Rumore e vibrazioni come rischi fisici: cosa occorre monitorare

Ai fini della protezione della salute e sicurezza dei lavoratori il D. Lgs 81/2008 e s.m.i. definisce come agenti fisici: il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche di origine artificiale, il microclima e le atmosfere iperbariche.

Il rumore e le vibrazioni si trovano quindi nel complesso dei rischi professionali relativi agli agenti fisici:

  • Il decibel (dB) è l’unità di misura con cui si monitorano le esposizioni al rumore. L’orecchio umano è in grado di percepire suoni/rumori variabili tra la soglia di udibilità (circa 10dB) e la soglia del dolore (circa 140/150 dB).
  • L’accelerazione (misurata in m/s2) è l’unità di misura con cui si monitorano le vibrazioni, sia al sistema mano-braccio, sia al corpo intero. Ogni vibrazione ha una direzione di oscillazione a carattere vettoriale, per questo i valori dell’accelerazione vengono considerati lungo gli assi X, Y e Z.

A titolo di esempio, il rumore generato da una ventola di un computer oppure di una zanzara si attesta a circa 10 dB, invece il rumore generato da un martello pneumatico può arrivare anche a più di 110 dB (quindi quasi alla soglia del dolore).

Nel caso delle vibrazioni generate da un martello pneumatico con una potenza di 1,1 kW, queste possono attestarsi su valori paragonabili a 23 m/s2, valori molto oltre i limiti di legge in termini di esposizione professionale continuativa.

Sia il rumore, sia le vibrazioni mano-braccio e al corpo intero, possono generare lesioni, quindi malattie professionali.

Normative di riferimento applicabile al rischio rumore e vibrazioni

 Qui di seguito vengono sono i principali riferimenti normativi applicabili all’esposizione professionale ai rischi fisici rumore e vibrazioni.

L’esposizione dei lavoratori al rumore deve essere valutata e misurata secondo criteri previsti dalle seguenti norme principali:

  • Lgs 81/08 – Titolo VIII capo I (disposizioni generali) e capo II (protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro). Articoli dal 180 al 197.
  • UNI 9432:2011 – “Acustica – Determinazione del livello di esposizione personale al rumore nell’ambiente di lavoro”, finalizzata a valutare i livelli di esposizione giornaliera, settimanale e di picco.
  • UNI EN ISO 9612:2011 – “Acustica – Determinazione dell’esposizione al rumore negli ambienti di lavoro – Metodo tecnico progettuale”, descrive un metodo tecnico progettuale per la misurazione dell’esposizione al rumore dei lavoratori nell’ambiente di lavoro e il calcolo del livello di esposizione sonora. Questa norma è da considerarsi complementare alla UNI 9432:2011

L’esposizione dei lavoratori alle vibrazioni deve essere valutata e misurata secondo criteri previsti dalle seguenti norme principali:

  • Lgs 81/08 – Titolo VIII capo III (Protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione da vibrazioni). Articoli dal 199 al 205.
  • UNI EN ISO 5349-1:2004 “Vibrazioni meccaniche – Misurazione e valutazione dell’esposizione dell’uomo alle vibrazioni trasmesse alla mano – Parte 1: Requisiti generali”.
  • UNI EN ISO 5349-2: 2015 “Vibrazioni meccaniche – Misurazione e valutazione dell’esposizione dell’uomo alle vibrazioni trasmesse alla mano – Parte 2: Guida pratica per la misurazione al posto di lavoro”.
  • ISO 2631-1:1997 “Vibrazioni e urti meccanici — Valutazione dell’esposizione umana alle vibrazioni del corpo intero”.

Valutazione dei rischi con misure strumentali e servizi di consulenza

Le valutazioni del rischio rumore e del rischio vibrazioni hanno, per legge, validità al massimo quadriennale e devono essere ripetute in occasione di mutamenti significativi del ciclo di lavoro che influiscono, in modo sostanziale, sulle condizioni di esposizione dei lavoratori.

Tra i mutamenti significativi del ciclo di lavoro è possibile elencare le seguenti condizioni: introduzione di nuove attrezzature, variazione di tempi di esposizione, modifica delle fasi lavorative, ecc.

Le valutazioni dei rischi rumore e vibrazioni, salvo i pochi casi previsti dalla normativa, in ottica di semplificazione, per esposizioni palesemente trascurabili, devono essere supportate da analisi strumentali con specifiche caratteristiche e regolare taratura.

Rischi correlati all’esposizione al rumore e alle vibrazioni sui luoghi di lavoro

 L’esposizione prolungata nel tempo a livelli significativi di rumore può provocare effetti negativi sulla salute.

Tra gli effetti degenerativi delle condizioni di salute, la più nota è l’ipoacusia da rumore, la diminuzione progressiva e permanente della capacità uditiva di un individuo.

Ancora oggi, l’ipoacusia da rumore rappresenta, statisticamente, una delle principali malattie professionali denunciate ed indennizzate dall’INAIL.

Infatti, la diminuzione della percezione sonora può sfociare in:

  • Ipoacusia trasmissiva: quando il danno è localizzato nell’orecchio esterno o nelle strutture trasmissive dell’orecchio medio;
  • Ipoacusia neurosensoriale bilaterale: il danno è localizzato nella coclea o nel nervo acustico. Il deficit varia in base all’entità del danno ed alla localizzazione;
  • Ipoacusia neurosensoriale monolaterale
  • Ipoacusia mista: la causa del danno uditivo coinvolge sia l’apparato di trasmissione del suono che il nervo acustico.

L’esposizione alle vibrazioni può avvenire attraverso il sistema mano – braccio (HAV) oppure attraverso il corpo intero (WBV).

Le vibrazioni al sistema mano-braccio possono causare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari (es.: neuropatie periferiche, sindromi di intrappolamento dei tronchi nervosi degli arti superiori).

Le vibrazioni al corpo intero (WBV) possono causare lombalgie e traumi del rachide (che si configurano con infiammazioni muscoloscheletriche più o meno gravi).

Gli effetti collaterali di un’esposizione non controllata e tollerabile, sui luoghi di lavoro, sia al rumore sia alle vibrazioni, sono pertanto considerate causa conclamata di malattie professionali.

Limiti di esposizione professionale per rumore e vibrazioni

 I valori di azione e i valori limite di esposizione per il rumore sono:

  • Valori limite di esposizione: esposizione settimanale (8h al giorno) 87 dB con un picco massimo di 140 dB
  • Valori superiori di azione: Esposizione settimanale (8h al giorno) 85 dB con un picco massimo di 137 dB
  • Valori inferiori di azione: Esposizione settimanale (8h al giorno) 80 dB con un picco massimo di 137 dB

Per le vibrazioni trasmesse al sistema mano – braccio, il limite di esposizione giornaliera (8h/giorno), è fissato a 5 m/s2, mentre su brevi periodi è fissato a 20 m/s2.

Il valore d’azione giornaliero (8h/giorno), che fa scattare la necessità di adottare idonee misure di prevenzione e protezione, è fissato a 2,5 m/s2.

La normativa di riferimento definisce, per le vibrazioni trasmesse al corpo intero, il valore limite di esposizione giornaliera (8h/giorno) pari a 1 m/s2, mentre su brevi periodi è pari a 1,5 m/s

Il valore d’azione giornaliero (8h/giorno), che fa scattare la necessità di adottare idonee misure di prevenzione e protezione, è fissato a 0,5 m/s2.

 

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